Gli odori sono importanti: ci rivelano molto di noi, del nostro modo di intendere la vita, del rispetto che possiamo avere degli altri e perfino di noi stessi. Le mattine d’ inverno a Pienza, gli odori sono quelli di una volta.Per strada c’è un profumo fresco, pulito, chiaro. Dall’Affittacamere del Corso si arriva rapidamente in Piazza Pio II. Qui si può godere del privilegio del bello e del profumo del caffè, uno dei migliori della città, quello del bar La Posta. Da qui anche il profumo delle brioches della colazione, la fragranza del burro amalgamato ai cereali. Tutto semplice, ma di qualità.
Poco più in giù, si sente già odore di cipolla. Il soffritto che dev’essere fatto al mattino, se vogliamo un ragù buono la sera, i ristoratori di Pienza lo sanno bene. Prima di lasciare la cittadina, onorate i pici al ragù di chianina: sono una garanzia di eccellenza e genuinità e non hanno deluso mai nessuno. Poi l’odore pungente del pecorino. I negozi hanno appena aperto, i proprietari sono impegnati a girare le forme affinchè non si asciughino troppo. L’odore testimonia un sapore deciso, che mantiene un retrogusto morbido, intriso dell’originaria dolcezza. Dovete assaggiarlo, piaceva anche a Pio II e lo conosceva perfino Lorenzo il Magnifico. Continuando si presenta la fragranza del pane, morbido e bianco, e dei dolci. I dolci di Pienza sono semplici: i ricciarelli di forma ovale, cotti al forno, e il serpe. Di origini molto antiche, questo dolce veniva realizzato per Pasqua. E’ fatto con pasta di mandorle, chiara d’uovo e frutta candita. Ha la forma di un serpente acciambellato; la lingua è un pezzo di cedro candito, le squame centinaia di palline di zucchero colorate.Rappresenta il Serpente Regolo, conosciuto in età etrusca e romana, che, secondo la tradizione popolare, presiede e regola i cicli della natura. Con buon probabilità il significato del dolce è benaugurante, di abbondanza. Conviene comprarne uno, lo fanno solo qui. Un indirizzo: “Forno La Spiga”, viale Enzo Mangiavacchi 5.